Ubaldo da Borgo San Sepolcro - Studi, musica e cultura

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Ubaldo da Borgo San Sepolcro

STORIA ALTERNATIVA 2
LA STORIA ALTERNATIVA*:
 UBALDO DA BORGO SAN SEPOLCRO (UBALDO ADIMA, 1245-1315)
L'importanza dell'esempio e... dell'esempio cattivo o scandalo



- Ubaldo di nobile famiglia fiorentina, trascorse la sua gioventù fra le turbolenze di quel tempo, che vedevano contrapposti i guelfi, favorevoli al Papato e i ghibellini, favorevoli all’imperatore di Germania.
            - Fu ghibellino e operò soprusi e disordini di ogni genere; finché giunse nel capoluogo fiorentino il priore generale dei Servi di Maria, s. Filippo Benizi (1233-1285), che appartenne alla seconda generazione dei Servi, dopo il tempo dei Santi Sette Fondatori. Filippo era venuto per riportare la pace, accompagnato dal beato Bonaventura da Pistoia e al seguito del Legato pontificio, Latino Orsini.
            - Si era nei primi mesi del 1280, quando Ubaldo Adimari incontrò s. Filippo Benizi, che riuscì a convertirlo. Ubaldo vestì l’abito dei Servi di Maria e con la grazia di Dio riconquistata, si ritirò in una durissima penitenza e preghiera sul Monte Senario (Firenze), culla dal 1240 della Fondazione dell’Ordine, situato a circa diciotto km da Firenze.
           
 - Con la saggia guida spirituale del suo santo Priore, Ubaldo divenne un’anima mite ed umile. Fu ordinato sacerdote e dal 1282 al 1285, seguì s. Filippo nelle sue mansioni in giro per le varie Case dell’Ordine, che sorgevano un po’ dovunque; e il 22 aprile 1285 assisté nel convento di Todi al trapasso san Filippo, dandogli conforto con la sua presenza.
            - Ritornato nel convento del Monte Senario, continuò la sua vita di penitente e religioso, allietato da tanti prodigi, finché morì il 9 aprile 1315 e sepolto nella chiesa dello stesso convento, accanto ai Santi Sette Fondatori.
 Giovanni 13,15                                                                                                            
Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.

Filippesi 3,17
Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi.
1Pietro 2,21
A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme.
2Timoteo 3,8
Sull'esempio di Iannes e di Iambres (Targum) che si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta e riprovati in materia di fede.


*La Parola di Dio non si risolve in astrattismi fideistici inconcludenti; né nella vaghezza dell'approssimazione; e neppure nelle lotte ecclesiali che ripetono le divisioni del Secolo; e neanche nell'arte, per quanto alto possa esserne il livello, perché la Parola ha una valenza morale, non estetica. La Parola non è soggetta alla moda, né al senso comune, neppure ai piaceri psicologici o intelletivi, o della carne; non ha bisogno di un palcoscenico, né della politica, né dei sindacati, dei dei ricchi e neppure dei poveri... La Parola semplicemente "E'" e non può non essere: tocca all'uomo conoscerla, innanzi tutto, poi decidere se seguirla o ignorarla. Sì perché la Bibbia ci insegna a vivere, non solo per una promessa escatologica di un paradiso lontano, ma già in questa dimensione che è il nostro quotidiano, se vivere in un inferno o cominciare a provare la gioia e la serenità di cui essa solo è garante.

 
 
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