Rosa da Viterbo - Studi, musica e cultura

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Rosa da Viterbo

STORIA ALTERNATIVA 1
LA STORIA ALTERNATIVA*:
 BEATA ROSA DA VITERBO (1234-1271)
La pazzia cristiana



- Nel XIII secolo la Chiesa era travagliata da divisioni interne, interessi temporali, corruzione (simonia, concubinato, ricchezza smodata)
- A Viterbo, come in tante altri luoghi  si fronteggiavano Guelfi e Ghibellini e le eresie dividevano la Chiesa.
- Rosa predicava la pace e l'amore e perciò venne allontanata dalla città.
- Alla morte di Federico II di cui aveva predetto la fine imminente, Rosa ritornò alla sua casa.
- Entrò nel terz'ordine di san Francesco e ogni strada di Viterbo fu da essa battuta con questo invito: « O uomini, fate penitenza, ritornate a Dio ». I più la credettero pazza.
- Voleva ritirarsi nel chiostro, ma per la sua estrema povertà non fu accettata. : « Non mi volete vivente, mi riceverete dopo morte ». >> Monastero di Santa Maria della  Rosa.
- Il suo corpo dopo tre anni dalla morte fu ritrovato fresco e intatto senza evidentemente nessun processo di mummificazione.
 
«Non fu la sposa di Cristo allevata                          
del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto,                              
per essere ad acquisto d’oro usata;             

Non fu nostra intenzion ch’a destra mano                                   
d’i nostri successor parte sedesse,                            
parte da l’altra del popol cristiano;

né che le chiavi che mi fuor concesse,                                 
divenisser signaculo in vessillo                                                                                 
che contra battezzati combattesse;                       

né ch’io fossi figura di sigillo
a privilegi venduti e mendaci,                                   
ond’ io sovente arrosso e disfavillo. 
           
In vesta di pastor lupi rapaci                                     
si veggion di qua sù per tutti i paschi:                                
o difesa di Dio, perché pur giaci?  
(Paradiso XXVII)

*La Parola di Dio non si risolve in astrattismi fideistici inconcludenti; né nella vaghezza dell'approssimazione; e neppure nelle lotte ecclesiali che ripetono le divisioni del Secolo; e neanche nell'arte, per quanto alto possa esserne il livello, perché la Parola ha una valenza morale, non estetica. La Parola non è soggetta alla moda, né al senso comune, neppure ai piaceri psicologici o intelletivi, o della carne; non ha bisogno di un palcoscenico, né della politica, né dei sindacati, dei dei ricchi e neppure dei poveri... La Parola semplicemente "E'" e non può non essere: tocca all'uomo conoscerla, innanzi tutto, poi decidere se seguirla o ignorarla. Sì perché la Bibbia ci insegna a vivere, non solo per una promessa escatologica di un paradiso lontano, ma già in questa dimensione che è il nostro quotidiano, se vivere in un inferno o cominciare a provare la gioia e la serenità di cui essa solo è garante.
 
 
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