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Sergio Bernardini e Domenica Bedonni

STORIA ALTERNATIVA 2
LA STORIA ALTERNATIVA*:
 VENERABILI SERGIO BERNARDINI (1882-1966) E DOMENICA BEDONNI (1891-1971)
SANTITA' DEL MATRIMONIO


I BEATI

1882: nascita di Sergio Bernardini nel modenese.
1907: si sposa e ha tre figli.
1907-1912: muoiono padre, madre, fratello, moglie e i tre figli. Sette malattie e sette funerali.

1912: indebitato per le disgrazie emigra in America e lavora in miniera.
1913: ritorna in Italia nel timore là "di perdere la fede".
1914: si sposa con Domenica Bedonni, lui ha 32 anni, lei 23.
Arrivano i figli, senza tanti calcoli e previsioni: dieci in tutto. La vita si passa nel lavoro dei campi e la settimana è scandita dalla santa Messa, dal rosario, dall'adorazione eucaristica, dai vespri.
Sei figlie su otto scelgono di farsi suora; i due maschi Cappuccini.
Sbaglia chi crede che in quella famiglia si vada in malora man mano che si riduce il numero delle braccia per lavorare nei campi: il necessario non manca mai e in soprappiù abbonda la fede per affrontare anche gli imprevisti, come le malattie o l’incendio, che nel 1922 distrugge mandria e fienile, costringendoli a ricominciare daccapo.
In quella casa, invece, c’è sempre un piatto di minestra ed una pagnotta per tutti i poveri che vengono a bussare e anche durante la guerra quella porta si apre spesso e volentieri per nascondere, sfamare o confortare qualcuno.
E dato che la carità non è fatta solo di pane e minestra, come se non bastassero gli otto figli già donati al Signore, Sergio e Domenica nel 1963 “adottano” un seminarista nigeriano, pagando i suoi studi a Roma con la loro modesta pensione: questo loro figlio “adottivo” diventerà vescovo di Ibadan in Nigeria. Mentre padre Germano, figlio “naturale” di Sergio e Domenica, diventerà vescovo emerito di Smirne.
Sergio si spegne il 12 ottobre 1966, dopo aver vissuto per 52 anni in straordinaria sintonia spirituale con la sua Domenica, che lo raggiunge il 27 febbraio 1971. Fino alla fine hanno raccomandato ai figli di farsi santi.

La Parola della Bibbia

Osea 4,12

Il mio popolo consulta il suo pezzo di legno
e il suo bastone gli dà il responso,
poiché uno spirito di prostituzione li svia
e si prostituiscono, allontanandosi dal loro Dio.

Osea 4,10

Mangeranno, ma non si sazieranno,
si prostituiranno, ma non avranno prole,
perché hanno abbandonato il Signore
per darsi alla prostituzione.
 

Apocalisse 18,3


Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino
della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato».

 

Deuteronomio 23,18


Non vi sarà alcuna donna dedita alla prostituzione sacra tra le figlie d'Israele, né vi sarà alcun uomo dedito alla prostituzione sacra tra i figli d'Israele.
 
Sapienza 14

non conservano più pure né vita né nozze
e uno uccide l'altro a tradimento
o l'affligge con l'adulterio.
Tutto è una grande confusione:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro;
confusione dei buoni, ingratitudine per i favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini matrimoniali, adulterio e dissolutezza.
 

Geremia 29,23


Poiché essi hanno operato cose nefande in Gerusalemme, hanno commesso adulterio con le mogli del prossimo, hanno proferito in mio nome parole senza che io avessi dato loro alcun ordine. Io stesso lo so bene e ne sono testimone. Oracolo del Signore».

Osea 4,2


Si giura, si mente, si uccide,
si ruba, si commette adulterio,
si fa strage e si versa sangue su sangue.

Matteo 5,28


ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

Matteo 5,32

ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

Giovanni 8,11

Chi tra voi è senza peccato, getti per primo contro di lei la pietra.

 Giovanni 8, 7 

Neppur io ti condanno; va’ e d'ora innanzi non peccare più.

*La Parola di Dio non si risolve in astrattismi fideistici inconcludenti; né nella vaghezza dell'approssimazione; e neppure nelle lotte ecclesiali che ripetono le divisioni del Secolo; e neanche nell'arte, per quanto alto possa esserne il livello, perché la Parola ha una valenza morale, non estetica. La Parola non è soggetta alla moda, né al senso comune, neppure ai piaceri psicologici o intelletivi, o della carne; non ha bisogno di un palcoscenico, né della politica, né dei sindacati, dei dei ricchi e neppure dei poveri... La Parola semplicemente "è" e non può non essere: tocca all'uomo conoscerla, innanzi tutto, poi decidere se seguirla o ignorarla. Sì perché la Bibbia ci insegna a vivere, non solo per una promessa escatologica di un paradiso lontano, ma già in questa dimensione che è il nostro quotidiano, se vivere in un inferno o cominciare a provare la gioia e la serenità di cui essa solo è garante.
 
 
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