Luigi Orione - Studi, musica e cultura

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Luigi Orione

STORIA ALTERNATIVA 1
LA STORIA ALTERNATIVA*:
LUIGI ORIONE (1872-1940)
L'ipocrisia farisaica dell'Essere e del Fare



Il padre, stradino e socialista, stava dalla parte di chi stava davvero male. Sua madre, invece, era una devota cristiana.
 

- D'estate, al tempo della mietitura, la mamma andava a spigolare trascinandosi dietro il piccolo Luigi. «Il pane per i poveri è sacro gli diceva e neppure una briciola deve andare perduta». E si inchinava lei stessa a raccoglierla. Quel gesto, di raccogliere e portare alla bocca ogni pezzo di pane, divenne anche per Luigi un'abitudine. Per tutta la vita non farà che curvarsi per sollevare gli emarginati, i disgraziati abbandonati a se stessi da una società gretta e meschina.


- Luigi conobbe don Bosco che lo prese con sé a 'Torino e lo coinvolse nelle sue iniziative a favore dei ragazzini che la durezza della vita aveva ridotto a vivere nei marciapiedi delle città. Da Torino Luigi Orione passò presto al seminario di Tortona.
 

- In seminario Orione non fu mai un chierico come gli altri. L'ansia per i ragazzi male in arnese, che don Bosco gli aveva comunicato, gli fece fare cose che di solito i chierici non fanno. Un'estate, il rettore gli mise a disposizione una stanzetta, nel soffitto della cattedrale e la sua stanzetta si aprì per accogliere una frotta di marmocchi. Non ne furono contenti però i piissimi canonici, disturbati nelle loro preghiere e Orione dovette sloggiare, accompagnato dalla fama di soggetto poco raccomandabile. Il vescovo allora gli mise a disposizione il proprio giardino, presto trasformato in oratorio. Ma anche lì la storia durò poco. Qualcuno si diede da fare perché venisse chiuso.
 
 - Orione si inventò qualche altra cosa: aprì un piccolo collegio per seminaristi poveri, con la benedizione del vescovo. L'iniziativa per un po' funzionò, ma le solite mormorazioni la misero in forse, Orione però non mollò l'impresa. La Piccola opera della divina provvidenza, fu una delle sue iniziative più incisive.
La Casa della provvidenza divenne più di una e a esse si affiancarono presto asili, scuole professionali, centri giovanili, ospedali... In Italia e fuori Italia, in Brasile e Argentina.
 
ESSERE E IL FARE: SAREMO GIUDICATI SULLE OMISSIONI!
 
E andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino giacente nella
mangiatoia (Luc. 2,16); Ed essi (Simone e Andrea) subito, lasciate le reti, lo
seguirono. (Mat.4,20); Ed essi subito (Giacomo e Giovanni), lasciata la barca e il
padre, lo seguirono (Mat.4,22); Allora Zaccheo corse innanzi, e montò sopra un
sicomoro, per vederlo, perch'egli aveva da passar per quella via (Luc. 19,4); E
Maria, udito questo, si alzò in fretta e venne a lui (Gv.11,29); Allora corse e
venne da Simon Pietro e dall'altro discepolo che Gesù amava, e disse loro: Han
tolto il Signore dal sepolcro, e non sappiamo dove l'abbiano posto... Correvano
ambedue assieme; ma l'altro discepolo corse innanzi più presto di Pietro, e
giunse primo al sepolcro... (Gv. 20, 2-4)
 
- Troppo successo, per non suscitare nei soliti invidiosi qualche sospetto: dove trovava i soldi quel pasticcione di prete? II suo castello era solido o poggiava su un mare di debiti? Perché non era mai in casa ma sempre in giro per il mondo?...
 

- Sospetti e altro ancora finirono raccolti in un bel dossier che monsignor Bandi dovette leggersi. E non ne fu contento. Tanto che, chiamato don Orione, gli disse con tono che non ammetteva repliche: «La Piccola opera della divina provvidenza deve essere chiusa».
 
LA PERSECUZIONE E' IL SEGNO CHE CI SI TROVA SULLA RETTA VIA
 

- Tre mesi dopo l'Opera di don Orione otteneva dal vescovo l'approvazione ufficiale, e intanto don Orione chiedeva di poter aprire una nuova casa nel piacentino, per ospitarvi i più poreri tra i poveri.

- Nel 1908 Messina veniva rasa al suolo dal terremoto. Don Orione fu tra i primi a portare soccorso in nome del papa e della carità cristiana. E mentre gli anticlericali lo accusavano di essere una spia del Vaticano e chiedevano che fossero incamerati tutti i beni ecclesiastici per soccorrere i terremotati, don Orione scriveva mirabili pagine di Vangelo vivo, «incamerando» duemila orfanelli nei suoi collegi.

- Anche il terribile terremoto della Marsica (1915) lo vide prodigarsi in prima persona e con gesti di carità al limite della legalità. Per portare in salvo dei bambini, ad esempio, requisì l'automobile del re, il quale, presente alla scena, non osò opporsi. Tra i bambini che un giorno accompagnò alla stazione per portarli in un suo collegio in Liguria, c'era anche un ragazzetto che nel terremoto aveva perso tutta la sua famiglia, Ignazio Silone. Intervistato in seguito su quali personaggi l'avessero più colpito, il celebre scrittore disse: «Don Orione non cristiano della domenica mattina.

- Mentre imperversava la prima grande guerra con le sue drammatiche vicende, don Orione diede le ultime rifiniture alla Piccola opera, che articolò in cinque rami: i piccoli figli della divina provvidenza, le piccole suore missionarie della carità, gli eremiti di sant'Alberto, le figlie della Madonna della Guardia o sacramentane e i fratelli laici coadiutori. Le sacramentine e gli eremiti, due comunità contemplative, che accolgono anche i ciechi
 

- Ai primi di marzo del 1940 don Orione si ammalò gravemente. Il 12 marzo moriva. 


*La Parola di Dio non si risolve in astrattismi fideistici inconcludenti; né nella vaghezza dell'approssimazione; e neppure nelle lotte ecclesiali che ripetono le divisioni del Secolo; e neanche nell'arte, per quanto alto possa esserne il livello, perché la Parola ha una valenza morale, non estetica. La Parola non è soggetta alla moda, né al senso comune, neppure ai piaceri psicologici o intelletivi, o della carne; non ha bisogno di un palcoscenico, né della politica, né dei sindacati, dei dei ricchi e neppure dei poveri... La Parola semplicemente "E'" e non può non essere: tocca all'uomo conoscerla, innanzi tutto, poi decidere se seguirla o ignorarla. Sì perché la Bibbia ci insegna a vivere, non solo per una promessa escatologica di un paradiso lontano, ma già in questa dimensione che è il nostro quotidiano, se vivere in un inferno o cominciare a provare la gioia e la serenità di cui essa solo è garante.
 
 
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