Riccardo di Chichester - Studi, musica e cultura

Vai ai contenuti

Menu principale:

Riccardo di Chichester

STORIA ALTERNATIVA 2
LA STORIA ALTERNATIVA*:
RICCARDO DI CHICHESTER (1197-1253)
La città di Dio non è di questo mondo
La Chiesa e i compromessi con il potere





Figlio di modesti proprietari terrieri, pur legato agli studi, da adulto dovette in un primo momento, lavorare nella fattoria di famiglia.  In un secondo momento fu educato dai vescovi Roberto Grossatesta e Edmondo ad Oxford per trasferirsi poi a Parigi e a Bologna, dove studiò diritto canonico e rifiutò proposte di matrimonio molto convenienti.

            Nel 1235 ritornò ad Oxford e divenne rettore dell'università. Nominato cancelliere da Edmondo di Abingdon, arcivescovo di Centerbury, partecipò agli sforzi di questo per riformare il clero e difendere la chiesa dalle ingerenze del potere reale.

           
 Nel 1240, alla morte di Edmondo, decise di farsi prete, dopo aver studiato per due anni teologia presso i domenicani di Orleans. Ritornò in Inghilterra nel 1242 e divenne curato di una parrocchia del Kent. In seguito ritornò ad essere cancelliere dell'arcivescovo di Centerbury.

            - Nel 1244 fu eletto vescovo, ma il re Enrico III, che appoggiava un candidato più docile, gli proibì di occupare la cattedra episcopale. Nonostante l'opposizione del re, il papa Innocenzo IV lo consacrò vescovo.

            - Di ritorno in Inghilterra riuscì ad ottenere la sua diocesi, ma dovette vivere in povertà, dal momento che il re gli aveva confiscato tutte le rendite, che gli furono però restituite nel 1247 dopo la minaccia di scomunica del papa.
            - Riccardo fu un uomo di grande carità, soprattutto per gli ammalati e i sacerdoti anziani, fu generoso, comprensivo e prodigo.
            - Istituì gli Statuti Diocesani, che ancora sopravvivono: disposizioni per il celibato e la condotta del clero, dell'amministrazione gratuita dei sacramenti, per la celebrazione dignitosa della Messa, per la disciplina dei fedeli nell'osservare il precetto festivo. Predicò una nuova crociata solo lo scopo della riapertura della Terra Santa ai pellegrini.

         - I suoi resti vennero traslati nel 1276 nella cattedrale di Chichester, alla presenza del re Edoardo I. Il culto sopravvisse sino alla riforma.
 
 
Luca 16,8
Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Giovanni 3,19
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
Giovanni 15,19
Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Giovanni 18,36
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
1Corinzi 2,6
Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla;
1 Corinzi 6, 4-10
 Se dunque avete liti per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente senza autorità nella Chiesa?  Lo dico per vostra vergogna! Cosicché non vi sarebbe proprio nessuna persona saggia tra di voi che possa far da arbitro tra fratello e fratello?  No, anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello e per di più davanti a infedeli!  E dire che è già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli! Perché non subire piuttosto l'ingiustizia? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene?  Siete voi invece che commettete ingiustizia e rubate, e ciò ai fratelli!  O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri,  né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.


*La Parola di Dio non si risolve in astrattismi fideistici inconcludenti; né nella vaghezza dell'approssimazione; e neppure nelle lotte ecclesiali che ripetono le divisioni del Secolo; e neanche nell'arte, per quanto alto possa esserne il livello, perché la Parola ha una valenza morale, non estetica. La Parola non è soggetta alla moda, né al senso comune, neppure ai piaceri psicologici o intelletivi, o della carne; non ha bisogno di un palcoscenico, né della politica, né dei sindacati, dei dei ricchi e neppure dei poveri... La Parola semplicemente "E'" e non può non essere: tocca all'uomo conoscerla, innanzi tutto, poi decidere se seguirla o ignorarla. Sì perché la Bibbia ci insegna a vivere, non solo per una promessa escatologica di un paradiso lontano, ma già in questa dimensione che è il nostro quotidiano, se vivere in un inferno o cominciare a provare la gioia e la serenità di cui essa solo è garante.
 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu