Giovanna Veron e la Rivoluzione Francese - Studi, musica e cultura

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Giovanna Veron e la Rivoluzione Francese

STORIA ALTERNATIVA 1
LA STORIA ALTERNATIVA*:
GIOVANNA VERON (1766-1794)
La Rivoluzione Francese e i preti refrattari



Jeanne Véron nacque presso Quelaines il 6 agosto 1766. Professò i voti religiosi nella Congregazione delle Soeurs de la Charité de Notre-Dame d’Evron, dedite all’educazione delle giovani ed a varie opere di carità. Per il loro caraterristico abito di colore grigio, erano note come “le piccole sorelle grigie”. Giovanna spiccava per la sua dolcezza verso il prossimo, la gentilezza e la carità.

            
 Con l’avvento della Rivoluzione, nonostante non vi fossero state denunce o lamentele nei confronti delle suore, furono comunque inserite in una lista di condannati alla ghigliottina, per poi essere arrestate nel 1794. Furono entrambe detenute ad Ernée, Francesca in prigione, mentre la consorella Giovanna in ospedale, in quanto gravemente ammalata. Il 13 marzo toccò alla prima essere processata ed uccisa, ma sette giorni dopo toccò infine a Jeanne Véron essere condotta in tribunale su una sedia a rotelle. Qui le fu allora richiesto di gridare: “Lunga vita alla Repubblica!”, ma la religiosa rifiutò e venne allora definitivamente condannata. Il verdetto redatto dalla commissione l’accusò di aver “nascosto sacerdoti refrattari e nutrito e protetto dei rivoltosi vandeani”.

            Alla tragica sentenza fu data esecuzione quel medesimo giorno e Giovanna dovette essere trasportata sul patibolo in barella: aveva soli ventotto anni.
 
 
GIOVANNI 20, 21-22
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;  a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».


*La Parola di Dio non si risolve in astrattismi fideistici inconcludenti; né nella vaghezza dell'approssimazione; e neppure nelle lotte ecclesiali che ripetono le divisioni del Secolo; e neanche nell'arte, per quanto alto possa esserne il livello, perché la Parola ha una valenza morale, non estetica. La Parola non è soggetta alla moda, né al senso comune, neppure ai piaceri psicologici o intelletivi, o della carne; non ha bisogno di un palcoscenico, né della politica, né dei sindacati, dei dei ricchi e neppure dei poveri... La Parola semplicemente "E'" e non può non essere: tocca all'uomo conoscerla, innanzi tutto, poi decidere se seguirla o ignorarla. Sì perché la Bibbia ci insegna a vivere, non solo per una promessa escatologica di un paradiso lontano, ma già in questa dimensione che è il nostro quotidiano, se vivere in un inferno o cominciare a provare la gioia e la serenità di cui essa solo è garante.

 
 
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